Surrealismo | Informale | Art Brut
Slavko Kopač: Il Tesoro Nascosto. Surrealismo, Informale, Art Brut
12.9.2025 – 13.11.2025
Da martedì a domenica: 
10:00–13:00 / 15:00–19:00
Lunedi: Chiuso
Ingresso gratuito
Sala delle Esposizioni dell'Accademia delle Arti del Disegno
Via Ricasoli 68, Florence
L’esposizione Slavko Kopač: Il Tesoro Nascosto. Surrealismo, Informale, Art Brut presso l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, illumina un capitolo fondamentale della storia dell’arte del XX secolo attraverso l’opera di Slavko Kopač (1913-1995). A ottant’anni dalla sua prima personale fiorentina presso la Galleria Michelangelo in via Porta Rossa nel 1945, la mostra presenta il percorso straordinario di questo artista franco-croato, figura enigmatica e complessa che ha incarnato lo spirito innovativo e interdisciplinare di un’epoca di rinascita culturale dalle macerie del dopoguerra.
La mostra si sviluppa attorno a due momenti centrali: il periodo fiorentino, che segna la maturazione del linguaggio artistico di Kopač, e il periodo parigino, durante il quale l’artista emerge come figura chiave al crocevia tra surrealismo, arte informale e Art Brut.
Attraverso una selezione di oli, disegni, acquarelli, libri d’artista, poemi, incisioni, collages, assemblages e ceramiche, che abbracciano un arco temporale dagli anni del secondo dopoguerra fino agli anni Sessanta, si rivela la straordinaria versatilità di Kopač. L’artista si dimostra capace di spaziare tra pittura e scultura, tecniche miste e sperimentazioni materiche, reinventando continuamente il proprio linguaggio espressivo.
Attraverso una ricca selezione di opere e materiali d’archivio, l’esposizione approfondisce le sue connessioni con artisti e movimenti che hanno segnato il XX secolo, ricostruendo il contesto culturale e le reti di scambio che hanno accompagnato la sua evoluzione artistica. Particolare attenzione è dedicata a Firenze, crocevia culturale che ha contribuito a valorizzare il dialogo artistico tra Italia e Francia.
L’esposizione mette in luce la dimensione interdisciplinare e l’intensità creativa di un momento storico cruciale, la cui eredità continua a influenzare profondamente la contemporaneità.
Come Jean Dubuffet, André Breton o Max Ernst, Kopač esplora un linguaggio visivo che mira ad attingere alle radici archetipiche dell’esperienza umana. Il suo lavoro si colloca in una tensione creativa che riflette sia il caos e la frammentazione del dopoguerra sia un bisogno profondo di riconnettersi con l’essenza ludica, primitiva e collettiva dell’arte, intesa come atto universale e atemporale.
L’allestimento della mostra è precisamente al servizio della narrazione del linguaggio visio di Kopač, che egli ha inventato attraverso una vita di creazione artistica.
Roberta Trapani in collaborazione con Pietro Nocita
Fabrice Flahutez, Pauline Goutain, Roberta Serpolli
Associazione ArtRencontre in collaborazione con Accademia delle Arti del Disegno, Firenze.
Slavko Kopač si forma alla prestigiosa Accademia di Belle Arti di Zagabria, erede del Collegio reale nazionale delle arti e dei mestieri fondato nel 1907. In un contesto profondamente segnato dall’influenza della Secessione viennese e dalle istanze del Bauhaus, Kopač assorbe le suggestioni culturali dell’ex Impero austro-ungarico. A soli 15 anni, rimane colpito da una monografia su Egon Schiele, che si rivela per lui una fonte d’ispirazione decisiva.
Dopo gli anni di formazione e la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1942, nel 1943, in piena guerra, Kopač approda a Firenze, città in cui l’eredità rinascimentale convive con una nuova spinta verso la modernità. Iscrittosi all’Accademia di Belle Arti, si immerge in un ambiente culturale ricco e dinamico, che lo porta progressivamente ad abbandonare l’impressionismo dei primi dipinti per intraprendere una ricerca focalizzata sull’innovazione delle forme e sull’intensità espressiva del colore.
Nel 1948, Slavko Kopač si stabilisce a Parigi, capitale indiscussa dell’arte europea del dopoguerra. Qui entra immediatamente in contatto con figure chiave dell’avanguardia come Jean Dubuffet e André Breton. Questo lo pone al centro dei grandi dibattiti artistici, ma, fedele alla sua natura indipendente, Kopač sceglie di rimanere ai margini dei movimenti ufficiali, preservando la propria autonomia creativa.
La collaborazione con Jean Dubuffet lo porta a un coinvolgimento profondo nel progetto della Collection de l’Art Brut, un’iniziativa rivoluzionaria che valorizza l’arte degli outsider e si pone come una riflessione radicale sull’origine stessa dell’arte. Pur operando come curatore, Kopač trasforma questa esperienza in una fonte d’ispirazione personale, integrando l’approccio istintivo e non convenzionale degli autori d’Art Brut nella propria poetica.
L’artista si confronta con il surrealismo, trovando un’affinità naturale tra il proprio immaginario e l’universo poetico di questo movimento. Sebbene non aderisca formalmente al gruppo, i suoi lavori sono profondamente apprezzati dai surrealisti per la capacità di evocare mondi fantastici e totemici, suscitando l’ammirazione di André Breton, che lo accolse e lo custodì nella sua collezione.
Col tempo, Kopač approfondisce la sua ricerca sui materiali, esplorandone le potenzialità espressive attraverso soluzioni inedite: smalti su pietra vulcanica, piombo fuso plasmato in forme floreali, frammenti di pneumatici trasformati in creatura fantastica. L’artista gioca con profondità e texture; la sua tecnica riflette una sintesi di elementi poetici e materici, intrecciando il reale al fantastico. Questo approccio colpisce critici e artisti come Michel Tapié, che trova nei lavori di Kopač un punto di dialogo con autori come Jackson Pollock, Lucio Fontana e Sam Francis.
hiddentreasure@slavkokopac.com
Sala delle Esposizioni dell'Accademia delle Arti del Disegno, Via Ricasoli 68 50122 Firenze, FI